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Gianpiero Kesten

Gianpiero Kesten nasce a Milano sul finire degli Anni di Piombo. I suoi genitori sono cileni, scappati dalla dittatura militare di Pinochet. Infatti Gianpiero parla spagnolo e odia le dittature militari.

Alle medie un anonimo compagno lo grazia dal gravame di chiamarsi Gianpiero (con la N, per giunta) e gli appioppa il soprannome Jam che, aiutato probabilmente dal successo del cartone giapponese Jem e le Hologram (sì, ogni volta che si presenta gliela cantano ancora oggi), gli è rimasto addosso e non sembra avere voglia di lasciarlo.

Dopo una complessa carriera scolastica fra liceo scientifico e artistico e un anno dai ricordi francamente fumosi al Dams di Bologna, approda alla IULM dove studia Comunicazione e si innamora della Radio. Prendendo seriamente per la prima volta in vita sua un sogno, parte per la Patagonia cilena per studiare una vecchia, piccola, scassata e meravigliosa radio comunitaria, Radio Ventisqueros. Ci scrive la tesi. E da lì ciao proprio. L’amore per la radio non lo lascia più.

Tornato in Italia, nel 2005 inizia a collaborare con Radio Popolare, dove ancora oggi trasmette e ha una trasmissione quotidiana.

Intanto lavora anche nella redazione delle Iene, poi fugge a gambe levate. Ma dopo due anni torna, come quei rapporti tira e molla. Fa l’autore e a un certo punto anche l’inviato. Si porta a casa un’esperienza importante e divertentissima, oltre all’abito da iena (che indosserà anche al matrimonio perché effettivamente è l’unico completo che ancora oggi possiede. Sì, signore della Sartoria di Mediaset. Ce l’ho ancora io e no, non ve lo ridò ormai).

Trasmette per un anno alla Radio Svizzera Italiana, occupandosi delle notturne.

Ma siccome, signora mia, i tempi sono difficili e settordicimila lavori non bastano, nel 2014 inizia a fare anche il prof di Italiano e Storia al CAPAC, il Politecnico del Commercio di Milano, dove i ragazzi fra i 14 e i 18 anni vanno a imparare a fare i cuochi e i baristi.
L’ho ha fatto per passione fino a giugno 2022, anno in cui ha dovuto smettere suo malgrado, perché ha adorato quei fancazzisti dei suoi studenti. Che per altro lo hanno tenuto aggiornato su gergo giovanile, subculture e uscite discografiche indipendenti nel giro della trap più buia. Ma radio e podcasting hanno avuto la meglio.

Durante la pandemia, infatti, ha continuato a trasmettere sulle frequenze di Radio Popolare dallo studio che si è montato su un vecchio camper e già che c’era ha anche iniziato la sua esperienza nel mondo dei podcast con Cose Molto Umane. Che nel giro di un paio di anni di puntate quotidiane è diventato uno dei prodotti italiani più ascoltati e che oggi vanta più di 40.000 stream giornalieri.

Pubblicazioni
Scrivere per la Radio (Editrice Bibliografica, 2019)
Kestorie: racconti dalla radio (Prospero Editore, 2020)
Il metodo K (in uscita per Fabbri nella primavera 2023)

Podcast
Cose Molto Umane (infotaiment, daily)
Umani Molto Umani (infotaiment, settimanale)
Cose Molto Americane (infotaiment, settimanale)

Premi
Podcast dell’anno (Italian Podcast Awards 2022)
Miglior podcast indipendente (Italian Podcast Awards 2022)
Migliore creatività originale (Italian Podcast Awards 2022)